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Sale&Saline nel racconto di Remigio Di Benedetto

Ore 10e30 Trapani, Viale Regina Margherita. Siamo oltre 600, nella gabbia dorata i podisti “veloci”, compressi come al solito noi podisti “lenti”. Qualcuno grida:”ci danno pure 5 metri di vantaggio”, “ ne hanno bisogno!” rispondono dal fondo del gruppo. Altri vorrebbero abbattere la transenna di separazione. C’è agitazione, per calmare gli animi ci dicono “se fate i buoni togliamo la separazione, ma guai a superare i “selezionati”. E qualcuno con penna e carta in mano, minaccia: “chi disobbedisce lo squalifico!”

Ore 10e35 Le “chiacchiere perse” terminano perché è al via il 19° Trofeo Sale & Saline, di Trapani. A gran velocità scattiamo e superata la piazza siamo su un bel viale largo a doppia carreggiata; mentre lo risalgo, i primissimi hanno già fatto il giro di boa e tornano verso la piazza. A me dà la sensazione che volino. Completato il primo chilometro lasciamo il gonfiabile alla nostra sinistra ed entriamo nel bel centro storico di Trapani. La via Garibaldi è ricca di bar dove non consumiamo, ci sono vetrine dove non ci soffermiamo, sono compiti dei molti turisti che lo affollano. C’è confusione, ma l’inarrestabile fiume di podisti non ha difficoltà. Con un paio di svolte siamo nel “salotto buono” della città: è il corso Vittorio Emanuele. È l’ora di uscita dalla messa, i fedeli bloccati dal passaggio dei podisti si trasformano in tifosi e uno scrosciante applauso accompagna il nostro passaggio. Ancora due cambi di direzione e siamo in corso Italia. È una strada comoda e larga in fondo alla quale c’è il Palazzo di Giustizia, è domenica ed è chiuso, non c’è possibilità che magistrati e cancellieri si trasformino in tifosi, passiamo oltre. Con l’ultima svolta a destra siamo di fronte alla villa Margherita, finisce il primo giro, abbiamo percorso 3,3 chilometri. Siamo nuovamente in via Fardella, (i battistrada chissà dove sono già arrivati). Con il giro di boa   c’è il solito sguardo a chi mi precede e a chi è rimasto indietro, addirittura c’è qualche saluto, qualche incoraggiamento tra amici e avversari. Nel tratto di ritorno del viale, un cartello “abbattuto”, forse dalla “furia” dei podisti, indica il 4° chilometro. Siamo nuovamente in piazza Vittorio Emanuele, si sente il profumo del mare, è lì vicinissimo, ma non c’è tempo per apprezzarlo, prevale l’odore “puzzolente” del sudore di noi podisti. Siamo nuovamente nel centro storico. Tra turisti incuriositi e gestori dei bar infastiditi, ripassiamo dalla chiesa dove c’è ancora qualche “fedele tifoso”. Al passaggio dal Palazzo di Giustizia rifletto su quale sarà la mia “sentenza”  per la gara di oggi e spero sia la migliore. Termina il secondo giro, al gonfiabile incitamento e foto della consorte e citazione personale da parte dello speaker che per altro annuncia che a breve giungeranno i primi. Io m’accontento d’avere evitato l’onta del doppiaggio. Siamo ormai al 7° chilometro, c’è il rifornimento con acqua, non c’è molto caldo ma lo apprezzo ugualmente e con una mini doccia proseguo per il giro finale. La fatica come è noto annebbia il cervello e in via Fardella non ho più la lucidità per verificare la mia posizione di categoria. L’ultimo attraversamento del centro storico lo faccio un poco in riserva. Lentamente mi vedo superato da alcuni podisti, le energie solo “al lumicino” e posso solo sperare che non appartengano alla mia categoria “anziani SM 60”. All’ultimo passaggio dal Tribunale posso sperare solo in un provvedimento di “Grazia”, che mi conceda uno “sconto” sul percorso, ma le regole non lo consentono e non sarebbe neppure “vera giustizia”. Con molto affanno, sofferenza e due svolte a destra sono nella villa Margherita, il lungo tappeto azzurro steso sugli ultimi 50m, mi dà le energie per un inutile scatto finale: nessun anziano SM 60 da agganciare o che mi minacci alle spalle.

Tagliato il traguardo operazioni di rito: tutti piegati a sciogliere il nodo della scarpa per restituire il microchip, favoloso strumento tecnologico che ci consente di conoscere in tempo reale la famosa “sentenza” sulla nostra prestazione. Tutti in fila per il bicchiere con l’integratore salino offerto dall’organizzazione, per i più fortunati anche un gelato e per chi la vuole c’è anche l’acqua.

E infine tutti in fila per andarsi a leggere i “quadri” con le “pagelle” o meglio le graduatorie con le “sentenze” per ognuno di noi.

Ore 12e30  Questa volta la passeggiata nel “salotto buono” della città me la faccio io con mia moglie, miscelato nel fiume questa volta di turisti, in questa bella Trapani. E mentre mi gusto l’immancabile Cous Cous alla trapanese, penso all’ultimo appuntamento di questo faticoso ma bellissimo Grand Prix Regionale 2015,  non mancate, ci vediamo a Barrafranca!

 

Remigio Di Benedetto

r.dibenedetto@aliceposta.it

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