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Il Trofeo Kalat nel racconto di Remigio Di Benedetto…

Ore 10 Siamo sotto il gonfiabile, è il momento “dell’ansia da prestazione” per chi ne soffre. La solita “griglia” di separazione fra “buoni e cattivi” o “bravi e somari” come sempre cade innanzi tempo e viene abbattuta. A questo punto siamo tutti ben miscelati, veloci, velocissimi, lenti e lentissimi. A fianco a me c’è Elena Plantera e Bruno Ferraro, ma vedo nella massa confusa tanti altri amici – avversari. L’attesa è brevissima, il percorso è già da tempo transennato e sgombro, il servizio d’ordine sembra perfetto. Uno IMG_8330 (Copia)sparo e l’ampio viale a doppia carreggiata è invaso dagli oltre 500 podisti partecipanti al TROFEO KALAT. La discesa lieve che andiamo ad affrontare e la discreta larghezza della strada, spronano subito gli atleti a spingere sull’acceleratore. Di fronte a me ci sono almeno 200 podisti, lo spettacolo colorato è fantastico. Dopo un centinaio di metri vedo il mio pettorale, il 288 per la cronaca, sventolare in modo anomalo; non l’ho fissato bene, qualcuna delle “famose spillette” si è staccata e provvedo con abilità al riaggancio al volo. Nel frattempo la lunga e lieve discesa iniziale è terminata, con un cambio di direzione siamo nel viale intitolato al Conte Testasecca, in ripida discesa. Siamo nel centro storico, inizia il corso Vittorio Emanuele con ampie vetrine da ammirare durante il ”passeggio domenicale”, ma non è il nostro caso. La strada è in salita, io mi butto tutto a sinistra e per poco non investo due tranquille signore che camminano “contromano”. Al termine del corso c’è la svolta in corrispondenza della quale c’è un bar con molti tavolini, gli avventori sono “distratti” e anch’essi sono a “rischio” investimento da parte di noi podisti. Siamo in corso Umberto e la strada spiana. Ci sono altri bar con avventori “spaparanzati” a chiacchierare con gli amici mentre fanno colazione, e noi qui a faticare e soffrire, ognuno ha i suoi gusti.. Esaurito il corso si svolta a sinistra, la strada scende ripidamente, ma c’è il basolato come sempre fastidioso ed è preferibile saltare sul marciapiede. La discesa termina e imbocchiamo a destra una ripida salita; è il momento clou del circuito, io mi butto a destra, c’è un poco di ombra. Lentamente, ma molto lentamente vedo la strada spianare. Il tracciato compie una lieve curva e sono nuovamente nel viale della Regione. In fondo vedo il gonfiabile,  è rosso, e IMG_7664 (Copia)lo sponsor leggo è un istituto bancario. Il viale naturalmente al ritorno è in salita, si fatica molto. Mano a mano che m’avvicino sento la voce di Giuseppe Marcellino che aumenta di volume. Cerco di scorgere la mia “dolce metà”, quando finalmente la vedo, mi incoraggia e mi fotografa. Tanti sono i fotografi a bordo strada, ma primo fra tutti c’è  il “maestro“ Michele Amato. Sono al tornante che sancisce la fine del primo giro. Non sono in compagnia di avversari di categoria.  I superman Tavano e Mazzeo già saranno chissà dove, e aspetto con “ansia” il solito aggancio da parte di Salvatore Cammarata. Lungo la discesa del viale c’è il cartello del 4° Km, la metà del percorso è vicina. Al passaggio in piazza mercato, scorgo Vito Massimo Catania già in risalita, ma forse penso che qualcun altro sia davanti a lui. Non avendo particolari punti di riferimento affronto la salita del corso Umberto con il ritmo che sento più giusto per le mie gambe e per il mio fiato. In cima alla salita vedo che i tavolini del bar sono vuoti e gli avventori spariti. A metà del corso c’è il secondo passaggio dal tappeto magico dei cronometristi della IMG_7793 (Copia)Mysdam che rileva il nostro passaggio sibilando senza interruzione. Arrivo per la seconda volta al punto “critico” del percorso, la salita però mi trova ancora abbastanza reattivo, sono in compagnia di una bella ragazza che porta stampato sulla maglietta di colore rosa il suo nome, Liliana. Mi metto sulla sua scia mentre sono “perseguitato” da un altro podista che fa “l’elastico” in modo veramente strano, accelerando in salita e rallentando in discesa. Termina il secondo giro, Cammarata non si è visto e io sono ancora discretamente in forze. Imbocchiamo per l’ultima volta il viale Conte Testasecca mentre io di secco ho solo la gola, ma il traguardo non è lontano e devo resistere. Seguo sempre con gli occhi la “Liliana” in rosa. Ancora il passaggio dal “tappetino” Mysdam, siamo all’8° Km e 300m. C’è l’ultima discesa, Liliana con la sua gioventù inizia a scappar via e quando affrontiamo la salita più ripida del tracciato, le gambe mi mollano un poco. Liliana si allontana e io purtroppo subisco alcuni sorpassi da parte di podisti “bianchi” come me.

IMG_7453 (Copia)Quando la “salitissima” spiana, riprendo un poco le forze e in breve sono sulla dirittura d’arrivo.

Il finale sul viale della Regione Siciliana è faticoso ma dignitoso e recupero su qualche podista. Il gonfiabile rosso è sempre più vicino, la voce dello speaker sempre più forte. Sono sul traguardo. E’ finita.

Smaltita la fatica, ci sono le operazioni di rito: si restituisce il microchip (si può trattenere per “ricordo”, volendo, a pagamento al costo di 15 Euro), si ritira il “pacco” gara a dire il vero “privo di contenuti”, ma ci siamo divertiti ugualmente. Si consultano le “pagelle” dalle quali apprendo che ancora una volta Alessio Terrasi ha dominato la gara fra gli uomini e Barbara Bennici ha vinto la gara al femminile.

Grazie a tutti coloro che hanno contribuito allo svolgimento della manifestazione e appuntamento per i podisti, tra sette giorni a Licata.

 

Remigio Di Benedetto

r.dibenedetto@aliceposta.it

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