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Il diario della corsa della Trecastagni Star
Alle 8 e mezza del primo Maggio, nella piazza Aldo Moro di Trecastagni il cielo è grigio e l’aria quasi “frizzantina”. Il colore e il calore però non mancano, li hanno portati i 500 podisti appena arrivati nel paese etneo per dare vita all’ormai tradizionale “Trecastagni Star.” Un’edizione col marchio esclusivo “Trinacria”, con atleti provenienti da tutta la Sicilia.
Pippo Leone organizzatore e soprattutto “anima” della manifestazione e sua figlia Martina, direttore generale dell’evento, hanno composto una bella “formazione” con il Sindaco Giovanni Barbagallo, il segretario generale della Fidal Fabio Pagliara e il presidente Fidal di Catania Davide Bandieramonte, che con la loro presenza hanno onorato la gara etnea. I consiglieri regionali Fidal, Ino Gagliardi, Pino Giordano e Giancarlo La Greca (almeno quest’ultimo in pantaloncini e canotta) completano il panorama delle autorità sportive e politiche presenti alla manifestazione.
Alle 9e20 lo speaker Giuseppe Marcellino chiama all’appello gli atleti. Il cielo plumbeo decide di anticipare le docce ai partecipanti alla gara e agli spettatori, inizia a piovere. Lentamente gli atleti “sgusciano” sotto la strisciolina di separazione “dall’odiosa griglia” e vanno ad ammassarsi sotto il gonfiabile. E’ poi la volta di un mezzo del soccorso stradale, decisamente fuori posto, che attraversa la massa degli atleti. Arriva qualche ritardatario, è Francesco Scarcipino sempre “defilato e poco visibile”. La pioggia si intensifica e si vogliono affrettare i tempi, mancano tre minuti, l’organizzazione è precisa, bisogna attendere! Finalmente Michelangelo Granata e il suo “staff” di giudici intingono il pennino nel calamaio, la T.D.S. preme “invio” e con la partenza inizia la “fatica” dei podisti. Il “fiume” colorato dei concorrenti inizia a scorrere, la pioggerella ci ha già inumidito a sufficienza e reso leggermente viscida la strada. Circumnavighiamo la piazza Marconi, imbocchiamo la leggera discesa che ci porta in corso Sicilia, il basolato bagnato risulta più “gradevole” del solito. Sul lungo rettilineo in leggera discesa il gruppo si sgrana; io “viaggio” sicuramente oltre la 150^ posizione e posso solo immaginare che in testa già ci siano Terrasi, Catania, Perrone, Bibi e Cavallo, insomma tutti i migliori, a tirare il gruppo. Le scarpette sul fondo stradale inumidito producono un rumore insolito, quasi “un cigolio” che con 500 podisti e 1000 piedi costituisce un vero concerto. Siamo in piazza Sant’Alfio, il percorso forma un triangolo proprio di fronte al Santuario dei Tre Santi che seduta stante fanno il miracolo: il percorso ha abbandonato la “famigerata” salita di sant’Antonino e il dislivello accumulato nella lunga discesa viene recuperato con una ben più lieve e curvilinea salita. Stiamo per terminare il primo giro, ma il rettilineo finale è lunghissimo, quasi infinito. Appena usciti dalla curva vediamo il gonfiabile, anzi ce ne sono due (chissà perché?) che sembrano irraggiungibili. Mentre percorro l’interminabile corso Italia, mi affianca Vilmo Luciani (A.S.D. Placeolum), “pezzo da 90” della mia categoria, mi pongo sula sua scia, penso che forse non sia nella forma migliore in quanto mantengo il suo ritmo senza grosse difficoltà. Al termine del giro Vilmo lamenta la mancanza di un “rifornimento” di acqua, forse non ritiene sufficiente quella che ci piove in testa, io invece vado a”secco”. Do per scontato che Giovanni Tavano (Marathon Taormina) e Giuseppe Mazzeo (Podistica Messina) siano già molto più avanti, e con Vilmo al mio fianco ancora una volta sento “profumo” di podio. Ma l’aroma del gradino più basso del podio svanisce quando con una “marcia in più”, ci aggancia Alessandro Sagone (Atletica Caltagirone). Il dottore calatino, evidentemente ha ritrovato la forma migliore, e sfreccia in velocità; cerco di mettermi sulla sua scia mentre Vilmo resta indietro. Ma Alessandro oggi ha il “turbo” e non riesco a stargli dietro. Al secondo giro “appare” il rifornimento d’acqua, forse è il secondo miracolo di Alfio, Cirino e Filadelfo. Il giro scorre per me nel vano tentativo di agganciare il “dottore Sagone”, passo di fronte al Santuario, ma non sono previsti per oggi altri miracoli. Alla fine del terzo giro, mentre Alessandro è sempre più piccolo all’orizzonte, mi doppia “la testa della corsa”: Alessio Terrasi (Fiamma Rossa Palermo) sta cercando di scrollarsi di dosso la compagnia di Bibi Hamad (Universitas Pa), per loro è il quarto passaggio e inizia l’ultimo giro. Quarto giro: per me la musica non cambia, Alessandro è lontano e Vilmo mi bracca da vicino. Arriva anche per me l’ultimo giro: accelero nella parte finale, consolandomi per il mancato podio, sprintando quasi per gioco sull’amico Angelo Patanè, uno dei 323 che tagliano il traguardo dopo di me, prima di me lo hanno già fatto altri 171.
La fatica termina, si ritira il pacco gara, si consultano le “pagelle” prontamente esposte sulle quali è scritto che Barbara Bennici e Alessio Terrasi sono i trionfatori del Trecastagni Star.
Grazie a Pippo Leone e a tutta l’impeccabile organizzazione. Grazie ai “volenterosi” volontari, alle impeccabili forze dell’ordine, ai “maghi” del cronometraggio e grazie ai giudici (sennò Michelangelo Granata si lamenta..).
Pensierino Finale: Possiamo sperare veramente che Trecastagni ospiti in un prossimo futuro anche una manifestazione internazionale Master? Crediamo di sì.
Remigio Di Benedetto