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Il Memorial D Acquisto nel racconto di Remigio Di Benedetto…

Palermo Piazza Mordini. Sono le dieci in punto e siamo letteralmente ammassati nell’area riservata ai podisti “comuni”. L’èlite dei podisti è invece “comodamente” radunata nell’ampia “gabbia” appositamente predisposta sotto il gonfiabile. I podisti “V.I.P.” saltellano liberamente, fanno stretching, mentre noi, la “plebe”, possiamo solo sbruffare, gomito a gomito siamo compressi gli uni contro gli altri, quasi manca l’aria per respirare. Cerco nella massa scalpitante qualche amico, qualche avversario, non è facile individuarli, siamo quasi 800. Finalmente la strisciolina bianco rossa di separazione viene abbattuta e piombiamo come un unico macigno sui migliori, trascorrono pochi secondi e viene dato il via.

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La partenza come sempre è convulsa, 1600 gambe che si sfiorano, rischiano di toccarsi, non è impossibile cadere, ma il lungo e ampio rettilineo che abbiamo di fronte, consente al gruppo di allungarsi senza difficoltà; mentre chi conduce la gara è già in vista del teatro Politeama, la coda del gruppo, ancora di passo, sta cercando di prendere il giusto ritmo. Abbiamo di fronte a noi 10 chilometri completamente piatti, non esistono salite e discese, un unico rettilineo, il Viale Libertà, con all’estremo est il periplo della Piazza Castelnuovo e a ovest un tornante all’altezza della Via Notarbartolo. Sono 4 giri da 2500 metri cadauno.

Non è una giornata particolarmente calda e gli alberi che costeggiano il viale danno un ulteriore sensazione di frescura. Ovviamente come sempre accade, il primo chilometro viene percorso dalla maggior parte di noi “alla garibaldina” e alla svolta nell’unica piazza del percorso, siamo ancora nel pieno dell’energie per farlo. Siamo nuovamente nel viale Libertà, naturalmente lo percorriamo in direzione opposta e scorgiamo in lontananza il gonfiabile. Intorno a me vedo volti nuovi e vecchie conoscenze, cerco un “treno” al quale agganciarmi, dei punti di riferimento, ma non ne trovo e navigo a vista. Al rifornimento non prendo acqua, penso sia ancora presto, e proseguo senza rallentare. Siamo nuovamente in piazza Mordini, fotografi, parenti e amici si affollano a bordo strada, grida, urla e incitamenti ci sono per tutti. Anch’io ricevo la mia “dose” d’incoraggiamenti dalla mia dolce metà e da un vero amico che nonostante le sue 30 sigarette al giorno, utilizza tutto il fiato residuo che ha in corpo, per sostenermi. Superato il gonfiabile vedo già in risalita il folto gruppo di testa con Bibi, Lo Piccolo e altri. Raggiungo anch’io il tornante e risalendo vedo un poco distaccati gli amici Francesco Catalfamo e Salvatore Cammarata, diretti avversari di categoria. Mentre il gonfiabile si avvicina, penso forse d’avere “speso troppo” in questo primo giro, “complice” Garibaldi ho mantenuto un ritmo troppo intenso. Decido di rallentare lievemente. Sono nuovamente in piazza Castelnuovo, il fiume di atleti, tende a stringere la circumnavigazione della piazza, “barando” un po’ finiamo su un morbido e “grande prato verde dove nasce la speranza”… che il successivo giro sia meno faticoso. Ma la speranza è vana, siamo di nuovo in viale Libertà e la fatica è sempre fatica. Passo nuovamente dai rifornimenti d’H2O ma non sento il bisogno di approvvigionarmi. Ancora la piazza Mordini, poi il tornante con la transenna che lo delimita strapazzata dagli atleti che nello svoltare vi si aggrappano. Con il passaggio sotto il gonfiabile siamo a metà gara. Sono tallonato a breve distanza “dall’amico avversario” Salvatore Cammarata. L’attraversamento della piazza Castelnuovo porta ad un ulteriore restringimento della linea di gara, dovrebbero squalificarci forse tutti. Sento la fatica nelle gambe, al passaggio da piazza Mordini ricevo indicazioni dalla mia dolce metà, sulla posizione di alcuni avversari M60, ne prendo coscienza e capisco che al momento potrei essere sul gradino più basso del podio. Siamo al tornante, la transenna qualcuno forse se la vorrebbe portare a casa, tanto è strapazzata a destra e sinistra. La testa della corsa mi sta per doppiare, ma non accade anche se concludo il 3° giro più lentamente dei primi due. Poco dopo però mi vedo superato da Salvatore Cammarata M60 come me che mi saluta e mi fa scendere dal podio. Mi sorpassa anche l’amico Nino Cunsolo da Paternò con un suo amico. Io sono in leggera crisi e forse capisco che agganciarmi a Nino, potrebbe tornarmi utile e così faccio. In scia dei “Paternesi” completo il viale Libertà, attraverso il “grande prato verde” già menzionato e via di nuovo sul viale in senso opposto. Cerco di mantenere il passo di Nino da Paternò, non mi è facile, ho dei momenti di difficoltà, ma stringo i denti cerco di  resistere, sono a “Mordini” e capisco che al prossimo passaggio è arrivo. Ultimo tornante, il gonfiabile è visibile a distanza, si fa sempre più grande, sono sempre con Nino, sembra in crisi anche lui, ma proprio in quel momento passa come un Intercity Carmelo Torrisi, ha un altro passo, non so come ma mi aggancio a lui, percorriamo insieme, grazie a lui, gli ultimi 400 metri, Cammarata è oramai lontano di un “pugno” di secondi e con lui anche il podio…

Quando taglio il traguardo, Bibi Hamad, vincitore dei maschietti, è già a farsi la doccia e forse pure Simona Vassallo prima fra le femminucce. Ma c’è anche chi la doccia se la farà dopo di me: Maria Matilde Alessi che si è fatta carico di chiudere la fila dei 775 concorrenti regolarmente giunti all’arrivo.

La giornata si archivia con i complimenti e i ringraziamenti agli organizzatori. Il Grand Prix Regionale prosegue imperterrito, l’11 Ottobre speriamo di incontrarci tutti a Trapani.

 

 

Remigio Di Benedetto

r.dibenedetto@aliceposta.it

 

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